domenica 2 ottobre 2016

“L'avvocato Ciocchéggiusto”: in uscita il nuovo libro della collana "A ruba"




L'avvocato Ciocchéggiusto”: Guida alla lettura

Il libro riprende il racconto a puntate pubblicato a partire dal settembre 2011 sul settimanale: “L'indipendente Lucano” e dedicato alle gesta giudiziarie e, soprattutto, extragiudiziarie di un avvocato immaginario in cui non è difficile scorgere una figura reale, anzi tante figure realmente esistite.
Diversamente dallo spirito della collana “A ruba”, in questo volumetto non sono riportati nomi e dati di politici, magistrati, avvocati e “quisque de populo” e, nemmeno, risultanze di indagini giornalistiche puntigliose e fastidiose. Non si tratta di un cambio di rotta e, paradossalmente, nemmeno di un cambio di genere letterario.
L'autore ha ritenuto opportuno fornire elementi ulteriori e più approfonditi di lettura delle inchieste già pubblicate nel corso di 12 anni di attività giornalistica e, soprattutto, elementi per comprendere come sia potuto accadere che un giornalista d'inchiesta sia stato costretto a seguire (da indagato o parte offesa) più di 480 procedimenti giudiziari ed 80 procedimenti disciplinari a carico di magistrati; tutto in soli dieci anni.
Dei tanti avvocati “Ciocchéggiusto” che si riconosceranno in questi racconti o che verranno riconosciuti dai lettori, ve n'è qualcuno che ha avuto un ruolo determinante nel perseguire la libertà d'informazione e coloro che hanno avuto l'ardire di scrivere delle sue gesta vere, con linguaggio continente e per fatti di pubblico interesse, senza chieder permessi e senza tributar sottomissione servile.
Questi racconti vogliono essere una testimonianza dei meccanismi mentali e pettegoli tipici delle città di provincia e delle personalità malate d'infantilismo che le popolano ma, ancor più, un monito per quel codazzo di professionisti, magistrati e codardi di ogni estrazione che all'avvocato Ciocchéggiusto tengono bordone; alzando la voce quando si sentono protetti dal branco e abbassando lo sguardo quando t'incontrano da soli.
Non è difficile immaginare cosa pensino quando le trame sono sconfitte e la giustizia trionfa. Loro, che hanno rinunciato per principio e difenderla, preferendo offenderla per poterne abusare e gli altri, i peggiori, quelli che sono stati a guardare, quelli che... danno la colpa a Lucia:


È un gran dire che tanto i santi come i birboni gli abbiano a aver l’argento vivo addosso, e non si contentino d’esser sempre in moto loro, ma voglian tirare in ballo, se potessero, tutto il genere umano; e che i piú faccendoni mi devan proprio venire a cercar me, che non cerco nessuno, e tirarmi per i capelli ne’ loro affari: io che non chiedo altro che d’esser lasciato vivere! ...Ci vuol tanto a fare il galantuomo tutta la vita, com’ho fatt’io? ...Un pochino di flemma, un pochino di prudenza, un pochino di carità, mi pare che possa stare anche con la santità ... E poi, se è cosí convertito, se è diventato un santo padre, che bisogno c’era di me? Oh che caos! Basta; voglia il cielo che la sia cosí: sarà stato un incomodo grosso, ma pazienza! Sarò contento anche per quella povera Lucia: anche lei deve averla scampata grossa; sa il cielo cos’ha patito: la compatisco; ma è nata per la mia rovina ...” (A. Manzoni - Cap. 23 – Promessi Sposi)
di Mattìa Solvéri (alias Nicola Piccenna)


p.s. per prenotare una copia del libro firmata dall'autore, effettuare un bonifico con offerta libera a Nicola Piccenna - c/o Unicredit IBAN: IT 87 E 02008 32974 023271681637 indicando nome e cognome della persona abilitata al ritiro del libro. Sarà possibile ritirare le copie prenotate in occasione delle presentazioni ufficiali della pubblicazione, previste in tutta Italia a partire dal dicembre 2016. Chi volesse ricevere il libro attraverso il servizio postale a domicilio, dovrà aggiungere un contributo di Euro 10,00 (20,00 per estero) per le spese di spedizione ed indicare l'intestatario e l'indirizzo per la consegna.

sabato 14 febbraio 2015

Quella libertà di stampa che non interessa (quasi) a nessuno

52 mesi or sono (ottobre 2010) il polso delle persone scese in difesa della libertà di stampa in Italia, segnava solo quindici interventi in difesa di un giornalista ingiustamente condannato per aver pubblicato notizie vere, di pubblico interesse e con linguaggio continente. Sul blog www.toghelucane.blogspot.com, questa la notizia pubblicata:

http://toghelucane.blogspot.it/2010/10/15-uomini-sulla-cassa-del-morto.html

sabato 23 ottobre 2010
Libertà di stampa: 15 uomini sulla cassa del morto
Al momento (ore 20:10 del 22/10/2010) sono diciannove i commenti al pensiero di Carlo Vulpio (http://www.carlovulpio.it/) sulla vicenda che vede coinvolto Giacomo Amadori (giornalista di Panorama) e Fabio Diani (appuntato della GdF in servizio a Pavia). Una vicenda emblematica di un'Italia che, quanto a democrazia, ha toccato un livello così infimo da dubitare che si possa mai risalire. Un giornalista pubblica notizie vere, di pubblico interesse, con un linguaggio consono e per questo viene indagato. Gli organi di stampa e televisione, l'ordine dei giornalisti, le penne illustri ed soloni di ogni occasione tacciono o, al limite, biascicano qualcosa. Poi ci sono i faziosi di ogni colore che, quando si accorgono di appartenere allo schieramento avverso (oggi a Panorama, ieri a Repubblica), danno addosso al malcapitato. La libertà di stampa è sacra quando incassi due milioni di euro all'anno o cinquantamila a puntata o tremila al mese, un delitto quando ad esercitarla è un malcapitato ostile a chi ti paga, poco o tanto che sia.

Capita così che i commenti al pensiero di Carlo Vulpio, irriducibile sostenitore del “liberi tutti”, siano solo 19. Nel mondo della rete, nell'era della globalizzazione, solo in 15 (alcuni sono intervenuti più volte) hanno voluto esprimersi sul tema delicatissimo della libertà di stampa che è poi il tema della libertà tout court. 15 uomini sulla cassa del morto. Filippo de Lubac



Qualche giorno fa, da questo blog, abbiamo lanciato una petizione per la difesa della libertà di stampa a cui hanno aderito in 35:

giovedì 5 febbraio 2015

Difendi la libertà di stampa: firma anche tu la petizione alla Corte dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo
Un terribile attacco alla libertà di stampa è in corso in Italia. Da 10 anni, un giornalista è implicato in centinaia di procedimenti penali. Egli ha una sola colpa: lui ha scritto la verità. Inchieste giornalistiche che non piacciono ad un signore arrogante che crede di poter impedire la libera informazione. Firma per chiedere l'intervento della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.

Un terrible attaque sur la liberté de la presse est en cours en Italie. Depuis 10 ans, un journaliste est impliqué dans des centaines de cas criminels. Il n'a qu'un défaut: ils ont écrit la vérité. Les enquêtes menées par des journalistes qui ne aiment pas un gentleman arrogant qui croit qu'il peut empêcher l'information gratuite. Signature de demander l'intervention de la Cour européenne des droits de l'homme.

A terrible attack on freedom of the press is in progress in Italy. For 10 years, a journalist is involved in hundreds of criminal cases. He has only one fault: he wrote the truth. Investigations by journalists who do not like a gentleman arrogant who believes he can prevent the free information. Signature to request the intervention of the European Court of Human Rights.

Un terrible atentado contra la libertad de prensa está en curso en Italia. Durante 10 años, periodista está involucrado en cientos de casos penales. Él tiene un solo defecto: escribió la verdad. Las investigaciones de los periodistas que no les gusta un caballero arrogante que cree que puede evitar que la información libre. Firma para solicitar la intervención de la Corte Europea de Derechos Humanos.

Ein schrecklicher Angriff auf die Pressefreiheit ist in Arbeit in Italien. Seit 10 Jahren wird ein Journalist in Hunderten von Kriminalfällen beteiligt. Er hat nur einen Fehler: er die Wahrheit geschrieben. Untersuchungen von Journalisten, die nicht wie ein Gentleman arrogant, der glaubt, er kann die kostenlose Informationen zu verhindern. Signatur, um die Intervention des Europäischen Gerichtshofs für Menschenrechte zu verlangen.

Firma la petizione: Je Suis M. Nicola Piccenna

Oggi leggiamo sui giornali che l'Italia ha perso 24 posizioni nella classifica mondiale che misura la libertà di stampa in un Paese.

Nel rapporto di Reporter senza frontiere l’Italia al 73esimo posto a causa di «attacchi mafiosi» e «querele ingiustificate per diffamazione»:
http://www.corriere.it/cronache/15_febbraio_12/liberta-stampa-mondo-italia-perde-24-posizioni-73esimo-posto-eab023c0-b2c4-11e4-9344-3454b8ac44ea.shtml

Non ce n'eravamo accorti!

A noi sembrava che raddoppiare il numero di coloro che scendono in campo per difendere un diritto fondamentale per la democrazia e la civiltà sociale, in soli quattro anni, fosse una grande balzo in avanti!

domenica 1 febbraio 2015

La libertà di stampa ti riguarda. Difendila in prima persona, firma la petizione!


La libertà, anche quella della stampa, è un diritto di tutti che ciascuno ha il dovere di difendere e promuovere

Chiediamo alla Corte dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo di fare luce sulla più vasta, documentata e prolungata persecuzione giudiziaria Italiana attuata da un querelante seriale e supportata da certa magistratura negligente e neghittosa.

Prima di firmare, puoi consultare gli atti giudiziari pubblicati su www.piccenna.it e www.toghelucane.blogspot.com



Sembrano mulini a vento ma sono nemici della libertà

http://firmiamo.it/je-suis-m--nicola-piccenna--journaliste-d-investigation#petition

venerdì 10 ottobre 2014

La riforma della Giustizia in una mossa: arrestare Luigi De Magistris

Quando pubblicai il post linkato in basso (24/12/2009) molte vicende giudiziarie relative alle cosiddette "Toghe Lucane" e, più in generale, alle inchieste condotte da Luigi De Magistris non erano definite.
 
Alcune non sono tali nemmeno oggi.

Tuttavia, come si potrà verificare facilmente, il problema di credibilità del sistema giudiziario Italiano era già molto ben definito e, con esso, le responsabilità di coloro che in prima battuta ne sono i diretti gestori/responsabili.

Oggi si fa un gran parlare e indignarsi e pontificare sulla condanna (in primo grado) inflitta a Luigi de Magistris e Gioacchino Genchi che, di quelle inchieste si occuparono.

Importanti testate giornalistiche nazionali dedicano pagine e attenzione alle responsabilità (più presunte che reali) più varie che graverebbero sull'operato di Luigi de Magistris.
Fior di magistrati, politici e opinion leader si stracciano le vesti per il Sindaco che, esercitando il diritto di critica, si ribella alla condanna attribuendo qualifiche poco onorevoli ai magistrati che l'hanno pronunciata e (sbagliando) non si allinea al dettato della Legge che lo vuole ineleggibile e incompatibile con la carica amministrativa ricoperta.

Dove erano, questi signori, quando venne costruito un intero villaggio nella foce di un fiume (operazione assolutamente impossibile, secondo le norme in vigore nella teorica Repubblica Italiana - in pratica è una oligarchia dove pochi fanno ciò che vogliono e la Legge è soggetta alle opinioni piuttosto che all'applicazione), finanziato abbondantemente con fondi pubblici dove si possono acquistare (dal proprietario privato) superville da milioni di euro con posto barca e attracco dal giardinetto antistante l'ingresso costruite con decine di milioni di euro di fondi pubblici?

Dov'erano, questi signori, quando i magistrati di Catanzaro che subirono la perquisizione ed il sequestro di quintali di documenti perché indagati in un procedimento penale che oggi è processo, operarono il "controsequestro", cioè abusarono della toga che indossavano per sottrarre ipotetiche prove dei reati a loro carico?
Dove erano, questi signori, quando l'intera Procura di Matera (magistrati indagati nel procedimento Toghe Lucane da Luigi De Magistris) intercettava le telefonate tra Luigi De Magistris ed un capitano dei Carabinieri da questi delegato a svolgere le indagini sui magistrati che intercettavano, autorizzavano e gestivano quelle intercettazioni?

Dove erano, questi signori, quando il PM Vincenzo Capomolla, subentrato a Luigi De Magistris, distrusse (è un reato penale) gli atti dell'indagine "Toghe Lucane" disaggregando i faldoni (consolidati dall'atto di chiusura delle indagini firmato da Luigi De Magistris - ex art. 415 bis C.P.P.) e riaggregandoli a suo piacimento in forma, modi e costituzione diversa e non più confrontabile con gli originali?

Dov'erano, questi signori, quando scomparvero anche le copie dei faldoni originari che erano parte del procedimento penale che vede (oggi) i magistrati Catanzaresi alla sbarra?

Dov'erano, questi signori, quando in decine di procedimenti predisciplinari, la Procura Generale della Cassazione fece finta di non vedere gli abusi e le responsabilità dei magistrati di Basilicata e nulla pose in essere per limitarne gli abusi ed i reati?

Erano esattamente dove sono oggi, negli stessi posti di vertice delle Procure, del Ministero, della Procura Generale della Cassazione, delle testate giornalistiche. Magari con qualche piccolo spostamento sempre nella stessa "area". Sempre con la stessa, se non superiore, funzione.
 
Giornalisti, avvocati, magistrati ed anche il vertice dei vertici. Tutti ancora lì, piantati e inamovibili. 
E:
1) mentre si celebrano i processi ai magistrati che sottrassero illegittimamente (violando la Legge, sostiene la Procura di Salerno) la titolarità di quei procedimenti (Poseidone e Why Not) a Luigi De Magistris per autoaffidarseli e condurli all'annichilimento;

2) mentre si celebrano i processi alle "Toghe Lucane" che dopo l'operazione "Capomolla" comunque sono finiti sotto processo in seguito ad una riapertura dell'inchiesta (che tanto inconsistente non era!);

3) mentre il Presidente Napolitano ottiene che vengano distrutti i nastri delle telefonate ricevute da un indagato (oggi imputato), sottraendo alla storia - prim'ancora che alla giustizia, elementi di conoscenza e certezza circa episodi delicatissimi della vita repubblicana;

4) Mentre il Presidente Napolitano ottiene di rendere testimonianza in un processo restando al Quirinale, privilegio a lui solo riservato (dalle norme Costituzionali) su quasi 60 milioni di Italiani;

5) Mentre agli imputati si nega il diritto alla difesa consistente nell'assistere personalmente a tutte le fasi (compresa la deposizione di Napolitano) del processo a loro carico ("privilegio" esclusivamente loro riservato, su quasi 60 milioni di Italiani, che comporterà la nullità del processo - sempre per le norme Costituzionali);

Mentre accade tutto questo, l'unico responsabile del disastro sarebbe Luigi De Magistris? 
Ebbene, arrestatelo, e L'Italia sarà salva!

p.s. Sconcerta il silenzio degli intellettuali ed in particolare dei cultori del Diritto nelle Università Italiane: cosa insegnate ai futuri avvocati, giuristi e politici dell'Italia di domani?
 
 
 

venerdì 15 novembre 2013

Proposta N.3: Votiamo solo candidati veramente nuovi (non le teste di legno, ben note!)

Proposta N.3: Votiamo solo candidati veramente nuovi. Attenti alle teste di legno, ben note, messe lì dai vecchi, impresentabili, marpioni!
25/6/1994 Bubbico Filippo, presidente del Consorzio Seta Italia (dove la Camera di Commercio lo chiamava Bibbibo!) e del Consorzio Seta Basilicata, intascava il 75% dei compensi del Dr. X, agronomo. Erano soldi finanziati dalla Comunità Europea per il progetto di gelsibachicoltura che i Consorzi avrebbero realizzato in Italia (mai visto un filo di seta, miliardi di lire buttati).
 
Un giornale pubblicò le ricevute della vergogna il 26/11/2006 e tutti hanno potuto leggere e conoscere.
Filippo Bubbico ha fatto carriera, è stata premiata la sua abilità nell'incassare un "pizzo" record. Nemmeno la 'ndrangheta riesce a farsi pagare il 75% di un appalto! Oggi è Viceministro agli Interni.
  
La Basilicata e l'Italia hanno bisogno di aria nuova

Cominciamo domenica dalle elezioni regionali, riprendiamoci l'Italia, votiamo solo candidati veramente nuovi!!!
 

Non possiamo escludere che nel PD e nel PdL siano candidati di valore, motivati e orientati solo al bene comune. Anzi, qualcuno di questi lo conosciamo ed apprezziamo. Così come non possiamo escludere che negli altri schieramenti in lizza vi siano candidati che aspirano al potere più che al servizio.
 
Ciò premesso, però, bisogna dire che siamo una piccola comunità in cui tutti si conoscono e il discrimine tra grano e loglio non è poi tanto difficile.
 
Sulle proposte 1 e 2, che precedono, non si è espresso nessuno dei candidati presidenti e/o consiglieri in lizza, per questo motivo non siamo in grado di indicare una preferenza specifica. Lasciamo che siano gli elettori Lucani a valutare e decidere. Certo è che un candidato presidente che fosse indagato per aver truffato la Regione Basilicata, un candidato consigliere che avesse posto in essere una tentata truffa al Comune di Matera (archiviata per prescrizione), un candidato presidente che rappresenta lo schieramento che mai ha svolto un ruolo attivo all'opposizione, non meritano né il voto e nemmeno la nostra attenzione polemica.
 

martedì 12 novembre 2013

Lucania: triste, indolente y final

Lucania: triste, indolente y final
Verrebbe da abbandonarla questa Lucania. Questi Lucani pigri, indolenti, accattoni, infingardi, schiavi di un qualche privilegio, foss'anche quello di anticipare una visita specialistica di quindici giorni e, per quello, pronti a sostenere una classe politica inetta, pigra, indolente, infingarda, schiava del potere che le consente un accesso al denaro facile, senza lavoro, senza controllo, senza ritegno.
Verrebbe da lasciare questa terra scuotendo la polvere dai sandali, se non avessimo qui affetti, storia e cuore. La retorica della gente umile, lavoratrice e onesta, continua stancamente a mulinare nell'aria immobile dei contadini che seminavano a novembre per raccogliere a giugno ed hanno sostituito questa (già lenta) pratica con il set-a-side: non seminano nemmeno e, a giugno, raccolgono l'elemosina dell'Europa che li trasforma da contadini pigri in accattoni nullafacenti. I borghesi, poi, quelli che qualche lume d'intelletto dovrebbero averlo, si guardano bene dall'azzardare la formulazione d'idee o progetti, una qualche attività illuminata e costruttiva del domani. Emergono solo i più pigri, i più indolenti, i più infingardi, i più inetti; coloro che aggiungono a tali eccellenze la destrezza e la furbizia. Questi sono la classe dirigente, coloro che dirigono la nave Lucana negli sprofondi di ogni classifica di merito e sulla cresta di tutte le elencazioni di disvalore sociale, economico e culturale.
É accertato che il vertice della Procura Generale presso la Corte d'Appello di Potenza, Vincenzo Tufano, Modestino Roca, Gaetano Bonomi (ed una imprecisabile schiera di funzionari apicali delle forze dell'ordine) meritano una richiesta di rinvio a giudizio per associazione per delinquere finalizzata alla costituzione di una setta segreta.
É acclarato che ad un Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Matera, Annunziata Cazzetta, viene consentito per anni di occuparsi (quasi in regime di monopolio) di decine di procedimenti penali a carico di un giornalista dopo averlo ripetutamente querelato. Salvo poi condannare la sventurata alla censura mitigata dall'attenuante (falsa) di aver tenuto un solo procedimento! E Annunziata Cazzetta continua a restare a Matera, monito per quanti volessero illudersi che ai magistrati infedeli possa capitare un qualche dispiacere.
É proprio vero che un politico di alto profilo, Bubbico Filippo (architetto), intascava il 75% delle progettazioni finanziate da fondi europei per la realizzazione di impianti di gelsibachicoltura (anche questi finanziati per miliardi di lire) presso le aziende agricole di suo padre, di suo suocero e di altri cittadini italiani che non hanno prodotto un solo filo di seta.
É emerso dagli atti giudiziari che il Procuratore Capo presso la Procura della Repubblica di Matera, Celestina Gravina, ha nascosto una querela per calunnia contro Emilio Nicola Buccico infilandola in un procedimento penale che era già avviato all'archiviazione (ben prima che la querela fosse depositata) e, non contenta, ha trasmesso l'opposizione a quella stessa archiviazione solo dopo che il giudice aveva assunto la decisione di archiviare. Un episodio di favoreggiamento spudorato e gravissimo.
Sono agli atti del Consiglio dei Ministri del 13 novembre 2003, le dichiarazioni virgolettate del Ministro Altero Matteoli e del Sottosegretario Gianni Letta, in cui Filippo Bubbico viene indicato come consenziente (ma non entusiasta) della scelta di ubicare a Scanzano il Deposito Unico delle scorie nucleari Italiane. Bubbico, in difesa del suo onore violato, ha querelato il Ministro Carlo Amedeo Giovanardi ed i giornalisti che quel verbale resero pubblico. Come se avesse un onorabilità da difendere uno che strozza l'agronomo pretendendo il “ritorno” del 75% del suo fatturato! Ma in Italia, questi signori li fanno vice-ministri agli interni, così che possano industriarsi con dovizia di mezzi nell'affinamento delle qualità già mostrate.
É sotto gli occhi di tutti il villaggio “Marinagri”, finanziato con decine di milioni di euro di soldi pubblici e costruito nell'alveo di piena del fiume Agri. Occorre aggiungere spiegazioni o commenti?
É stato reso formalmente noto alle Procure della Repubblica di Potenza e Napoli, che dal più grande giacimento petrolifero dell'Europa continentale, sotto il suolo Lucano, insieme col petrolio, vengono estratte decine di migliaia di tonnellate di “gas-stream” di cui non si conosce il destino. Ma nella terra dei misteri, non esiste nemmeno il contatore che misura le quantità di greggio estratto, queste domande non meritano nemmeno una risposta.
Migliaia di giovani hanno scelto di abbandonare questa terra ed i genitori coscienziosi è questo che consigliano ai propri figli: partire per non tornare.
Allora bisogna chiedersi se vale ancora la pena di restare, se vale la pena di scrivere quando tanti tacciono o, peggio, prestano la penna al valvassore di turno che gli lancerà un tozzo di pane per sopravvivere (e nemmeno tanto grande!).
Certo, ad evitare entusiasmi da “scampato pericolo” di siffatti cialtroni, siamo consapevoli che non potremo lasciare la Lucania, abbandonare il campo, prima di aver terminato quanto abbiamo iniziato. Poiché siamo cavalieri d'antico e indomito cuore e non ci ritireremo se non quando i nostri figli potranno tornare e ricostruire dove loro hanno depredato, distrutto e cancellato. Ma non ci vorrà ancora molto.
Nicola Piccenna, alias Filippo de Lubac

lunedì 7 ottobre 2013

Proposta N.2: Sospendere le estrazioni di greggio dal sottosuolo Lucano fino a quando ENI non spiega cosa fa dei gas-stream

Proposta N.2: Sospendere le estrazioni di greggio dal sottosuolo Lucano fino a quando ENI non spiega cosa fa dei gas-stream
 
Egregi magistrati, la comunicazione che segue è stata diffusa attraverso Twitter, cioè è pubblica.
Precedentemente, le medesime notizie erano state pubblicate su alcuni settimanali regolarmente in edicola in Basilicata.
Con questa comunicazione, le Procure in indirizzo ne vengono a conoscenza formalmente e, quindi, ineludibilmente.
Confido che vorranno applicare la Legge ed impedire che le estrazioni di petrolio greggio effettuate in Basilicata continuino a prezzo di un disastro ambientale intollerabile oltre che disumano.
L'odierno scrivente, come al solito, è in grado di documentare quanto scrive, solo che le Vostre alte personalità ne abbiano l'esigenza. Giacché, in verità, si tratta di notizie facilmente reperibili anche per chi non ha i mezzi d'indagine di cui ha disponibilità l'autorità inquirente.
Viva l'Italia


testo dei tweet inviati dall'utenza @npiccenna

1 - La commissione parlamentare sull'ambiente, oggi, è stata a Viggiano, paesino nel cuore del centro oli più grande dell'Europa continentale;

2 - Nessuno chiede all'ENI & C dei gas-stream (altamente inquinanti) disciolti nel petrolio estratto in 15 anni dal sottosuolo della Basilicata!

3 - I gas-stream non si possono: bruciare in torcia (troppo inquinanti); trasportare (troppo infiammabili); stoccare (troppo esplodenti);

4 - Qualsiasi cosa abbiano fatto, hanno violato la Legge e poiché continuano a violarla, la Legge deve intervenire e sospendere le estrazioni!!!
 
p.s. comunicazione inviata:
- alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, competente per territorio;
- alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, competente perché sede dell'Ufficio UNMIG (risorse minerarie);
- alle Procure Generali con compiti di vigilanza sulle due citate Procure della Repubblica di Potenza e Napoli;
- ai Presidenti della Camera e del Senato